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melissaebiancospino.
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Tutti sanno qual è l’effetto della famosa Aspirina o del suo principio attivo, l’acido acetilsalicilico, ma forse non tutti sanno dell’esistenza dei suoi “surrogati” o, per meglio dire, dei suoi antenati vegetali.
L’acido acetilsalicilico si ottiene in seguito a una trasformazione chimica (acetilazione) che parte dall’ acido salicilico; a sua volta l’acido salicilico deriva dalla salicina, un glucoside fenolicocontenuto principalmente all’interno della corteccia del Salice (Salix spp.).
La storia antica, le tradizioni popolari e i grandi medici del passato sono testimonianza dell’uso che si faceva di tale pianta, ampliamente diffusa sui nostri territori.
Il Salice veniva infatti utilizzato come antipiretico e contro dolori di vario tipo, in particolaremal di testa e reumatismi.
Lo stesso Plinio (V sec d. C), considerato il padre della medicina, descriveva "..una polvere amara estratta dalla corteccia di Salice, utile per alleviare il dolore ed abbassare la febbre."
Grazie al progresso scientifico e alle ricerche in ambito chimico-farmaceutico, questi usi sono stati del tutto confermati e dimostrati come efficaci, grazie all’isolamento dei derivati salicilici contenuti proprio nella corteccia di Salice.
Il primo ad isolare la salicina dalla corteccia di Salice bianco (Salix alba L.) fu A. Buchner, professore del XIX sec. della facoltà di Farmacia nell’università di Monaco.
Ad estrarre l’acido salicilico puro dalla salicina fu invece un italiano, Raffaele Piria, chimico calabrese emigrato a Parigi.
La salicina è stata isolata anche dai fiori di Spirea (Filipendula ulmaria (L.) Maxim. = Spirea ulmaria L.), in seguito a distillazione.
Il nome Aspirina è proprio in riferimento a questa pianta: l’acido acetilsalicilico in tedesco prende il nome di Aspirin, dove la “A” è in riferimento al processo di acetilazione e “spirin” è riferito al nome della pianta Spirea.
L’Aspirina deve quindi la sua esistenza proprio a queste due importantissime piante!
Sia il Salice che la Spirea sono rimedi da sempre utilizzati nel trattamento di forme reumatiche, mal di testa, cefalee, stati febbrili e influenzali.
Le loro proprietà antinfiammatorie ed analgesiche vengono infatti attribuite alla presenza di derivati salicilici all’interno del loro fitocomplesso.
Questi composti si possono ritrovare anche in molte altre piante:
nella Gaulteria (Gaultheria procumbes), il cui olio essenziale è ricco di acido salicilico;
nel Pioppo (Populus tremula) ricco, a livello della corteccia, di glucosidi fenolici (salicina e salicortina);
nella Betulla (Betula pubescens) dalla cui corteccia si estrae un olio essenziale in cui è presente, in elevatissima percentuale salicilato di metile.
Tuttavia, esistono numerosi rimedi fitoterapici ad attività antidolorifica, ma ricordiamo che l’ambito della fiototerapia riguarda quel tipo di dolori che non richiedono un intervento immediato, né un intervento molto specifico e prolungato nel tempo.
L’azione antalgica e antinfiammatoria di queste piante ed in particolare del Salice e dellaSpirea sono indubbiamente molto più deboli rispetto a quelle dell’Aspirina, ma tuttavia, assumendo preparati a base di queste droghe, è possibile evitare gli effetti collaterali a carico della mucosa gastro-intestinale, che si possono verificare con l’assunzione del medicinale.
Il progresso scientifico, la ricerca chimica, farmaceutica e medica hanno di sicuro cambiato la vita dell’uomo, ma capita sempre più spesso di riaprire gli occhi al passato, riscoprire le antiche usanze e i rimedi della medicina tradizionale… ed è questo il compito della fitoterapia, che, sostenuta da un approfondito studio delle materie scientifiche, offre delle valide opportunità del tutto naturali per prendersi cura di se stessi, con un occhio di riguardo su quella che è la visione globale dell’uomo e ciò che lo circonda.
Tratto da : inherba.it
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Salice e spireaGli antenati dell'aspirina |